Qualità e sicurezza, binomio vincente
La tutela della salute dei cittadini passa attraverso i rigidi controlli applicati a tutti i prodotti fitosanitari che vengono spruzzati sui meleti.
La tutela della salute è oggi più che mai un argomento di strettissima attualità. Negli ultimi tempi sugli organi di stampa sono regolarmente oggetto di discussione i presunti rischi per la salute legati ai cibi, compresi i timori legati agli effetti dei prodotti fitosanitari. Solo pochi però sanno che se c’è un settore più controllato di altri, quello è proprio il comparto agricolo. E infatti anche gli esperti del Consorzio Controllo Qualità Alto Adige (SQK) sono già da alcune settimane nel pieno della loro attività.
Regole e normative rigide
Per mettere in vendita le loro mele, i frutticoltori altoatesini devono rispettare una serie di normative molto precise. Ogni metodo di coltivazione – integrata o biologica che sia – prevede delle linee guida per le colture e per il lavoro nei campi, siano esse leggi oppure direttive imposte dalle organizzazioni agricole. In materia di prodotti fitosanitari, ad esempio, l’Agrios (il Gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata) impone delle soglie molto più basse di quelle imposte dal legislatore, che non superano la metà dei valori consentiti dalla legge.
La qualità è garantita dai controlli
A stabilire se gli agricoltori rispettano le prescrizioni provvedono le accurate ispezioni effettuate dai controllori del Consorzio Controllo Qualità Alto Adige, organismo creato nel 2001 e autorizzato alla certificazione dei prodotti nel settore alimentare. “Oltre ai prodotti di qualità a marchio Alto Adige, ci occupiamo del controllo e della certificazione dei prodotti con indicazione geografica protetta come la mela Alto Adige IGP”, spiega il direttore di SQK Dietmar Sinner. In questo ambito il Consorzio è accreditato in ambito europeo, oltre ad essere stato inserito dal Ministero italiano per l’agricoltura nell’elenco degli organismi di controllo privati.
Il rispetto della natura
I controlli nel comparto frutticolo esistono da diversi anni. “Oggi però – afferma Paul Wierer, responsabile qualità di SQK – non si tratta più di garantire frutti di ottima qualità e ovviamente privi di residui vietati, quanto piuttosto che l’intero ciclo di produzione sia rispettoso della natura e conforme alle regole”. Ecco perché i primi controlli sulle mele scattano già ai primi di maggio: “In questa prima fase ci presentiamo nei campi con un breve preavviso e preleviamo alcuni campioni di foglie, che portiamo in laboratorio per stabilire se sono stati impiegati prodotti vietati”.
Anche le foglie vengono analizzate
La prima fase di prelievi andrà avanti fino a luglio, dopodiché nei mesi che separano dalla raccolta gli ispettori di SQK controlleranno prevalentemente i registri aziendali, nei quali gli agricoltori sono tenuti ad annotare tutte le attività e i trattamenti eseguiti. Dopo la raccolta invece tocca alle mele finire sotto la lente d’ingrandimento: “Se tutto è in regola i contadini ricevono la certificazione, e le mele possono essere messe in vendita”, informa Paul Wierer.
Libertà di scelta
C’è da dire che i contadini sono liberi di scegliere se aderire ad un programma di coltivazione controllato, tuttavia oggi il mercato pretende quasi esclusivamente frutta certificata. “Se un frutticoltore non possiede la certificazione di coltivazione sostenibile avrà serie difficoltà a vendere il proprio raccolto o a spuntare un buon prezzo. Questo perché i clienti, e in particolare la grande distribuzione, preferiscono sempre più avere sui banchi merce da produzione ecocompatibile e controllata”, aggiunge Wierer. E poiché è nell’interesse stesso dei frutticoltori aderire al programma di controllo, ne consegue che quasi il 100% della produzione frutticola altoatesina proviene da coltivazioni biologiche o integrate.
Sicurezza alimentare e sostenibilità
Sicurezza alimentare e sostenibilità: questi sono gli imperativi dell’agricoltura moderna. “Oggi il frutticoltore deve attenersi a tutta una serie di regolamenti, se vuole essere competitivo e produrre frutta certificata. I distributori garantiscono ai propri clienti questi standard di qualità controllata ed è nell’interesse dei consorzi, ma anche dei produttori, applicare questi sistemi di controllo e continuare a perfezionarli”, conclude Georg Kössler, presidente del Consorzio Mela Alto Adige.
Regole e normative rigide
Per mettere in vendita le loro mele, i frutticoltori altoatesini devono rispettare una serie di normative molto precise. Ogni metodo di coltivazione – integrata o biologica che sia – prevede delle linee guida per le colture e per il lavoro nei campi, siano esse leggi oppure direttive imposte dalle organizzazioni agricole. In materia di prodotti fitosanitari, ad esempio, l’Agrios (il Gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata) impone delle soglie molto più basse di quelle imposte dal legislatore, che non superano la metà dei valori consentiti dalla legge.
La qualità è garantita dai controlli
A stabilire se gli agricoltori rispettano le prescrizioni provvedono le accurate ispezioni effettuate dai controllori del Consorzio Controllo Qualità Alto Adige, organismo creato nel 2001 e autorizzato alla certificazione dei prodotti nel settore alimentare. “Oltre ai prodotti di qualità a marchio Alto Adige, ci occupiamo del controllo e della certificazione dei prodotti con indicazione geografica protetta come la mela Alto Adige IGP”, spiega il direttore di SQK Dietmar Sinner. In questo ambito il Consorzio è accreditato in ambito europeo, oltre ad essere stato inserito dal Ministero italiano per l’agricoltura nell’elenco degli organismi di controllo privati.
Il rispetto della natura
I controlli nel comparto frutticolo esistono da diversi anni. “Oggi però – afferma Paul Wierer, responsabile qualità di SQK – non si tratta più di garantire frutti di ottima qualità e ovviamente privi di residui vietati, quanto piuttosto che l’intero ciclo di produzione sia rispettoso della natura e conforme alle regole”. Ecco perché i primi controlli sulle mele scattano già ai primi di maggio: “In questa prima fase ci presentiamo nei campi con un breve preavviso e preleviamo alcuni campioni di foglie, che portiamo in laboratorio per stabilire se sono stati impiegati prodotti vietati”.
Anche le foglie vengono analizzate
La prima fase di prelievi andrà avanti fino a luglio, dopodiché nei mesi che separano dalla raccolta gli ispettori di SQK controlleranno prevalentemente i registri aziendali, nei quali gli agricoltori sono tenuti ad annotare tutte le attività e i trattamenti eseguiti. Dopo la raccolta invece tocca alle mele finire sotto la lente d’ingrandimento: “Se tutto è in regola i contadini ricevono la certificazione, e le mele possono essere messe in vendita”, informa Paul Wierer.
Libertà di scelta
C’è da dire che i contadini sono liberi di scegliere se aderire ad un programma di coltivazione controllato, tuttavia oggi il mercato pretende quasi esclusivamente frutta certificata. “Se un frutticoltore non possiede la certificazione di coltivazione sostenibile avrà serie difficoltà a vendere il proprio raccolto o a spuntare un buon prezzo. Questo perché i clienti, e in particolare la grande distribuzione, preferiscono sempre più avere sui banchi merce da produzione ecocompatibile e controllata”, aggiunge Wierer. E poiché è nell’interesse stesso dei frutticoltori aderire al programma di controllo, ne consegue che quasi il 100% della produzione frutticola altoatesina proviene da coltivazioni biologiche o integrate.
Sicurezza alimentare e sostenibilità
Sicurezza alimentare e sostenibilità: questi sono gli imperativi dell’agricoltura moderna. “Oggi il frutticoltore deve attenersi a tutta una serie di regolamenti, se vuole essere competitivo e produrre frutta certificata. I distributori garantiscono ai propri clienti questi standard di qualità controllata ed è nell’interesse dei consorzi, ma anche dei produttori, applicare questi sistemi di controllo e continuare a perfezionarli”, conclude Georg Kössler, presidente del Consorzio Mela Alto Adige.