Coltivazione integrata: Cenerentola dell’agricoltura?

Sapete cos’hanno in comune la coltivazione integrata, quella biologica e quella bio-dinamica con Cenerentola, la celebre favola dei fratelli Grimm?

Se ricordate, nella fiaba la povera fanciulla viene accusata di tutti i mali dalla matrigna e dalle sorellastre. Ecco, in agricoltura il ruolo di Cenerentola viene spesso attribuito al metodo di produzione integrato. La politica nazionale però non ci sta, e passa al contrattacco.
 
Elena Cattaneo è una nota biologa e farmacologa, docente all’Università Statale di Milano nonché, dall’agosto del 2013, senatrice a vita del Parlamento italiano. Lo scorso mese attraverso le pagine del quotidiano nazionale “Il Messaggero” ha espresso il proprio parere su una mozione sui pesticidi approvata a fine febbraio dalla Camera dei deputati, nella quale si promuove un modello di agricoltura innovativo e finalizzato alla produzione di cibi sani e a prezzi corretti.
“I pesticidi difendono le piante dai loro nemici e devono essere utilizzati nelle giuste dosi. E sono impiegati sia nella produzione integrata che nell’agricoltura biologica”, ricorda Elena Cattaneo.
I coltivatori che si avvalgono del metodo integrato e di quello biologico utilizzano nella giusta quantità i fitofarmaci per non mettere a rischio, oltre la propria, anche la salute dei consumatori. “I pesticidi sono tra le molecole più studiate al mondo e i processi di autorizzazione sono lunghi, costosissimi e rigorosi”, afferma la senatrice.
Gli alimenti provenienti da agricoltura integrata sono da considerare i più sicuri, sostiene anche il professor Andreas Hensel, presidente dell’Istituto tedesco per la valutazione del rischio: “Nessun settore è sottoposto a così tanti controlli come quello dei fitofarmaci. Lo Stato garantisce che i residui di pesticidi sugli alimenti siano così bassi da essere innocui anche in caso di assunzione per tutta la vita”, spiega Hensel.
I fitofarmaci sono essenziali per garantire ai prodotti agricoli qualità e quantità: senza il loro impiego, i raccolti non potrebbero essere sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare umano. “Chi coltiva in maniera integrata fa un uso avveduto dei pesticidi. Ogni agricoltore è in grado di capire, in base alla propria esperienza ed intelligenza e nel rispetto delle normative, quale delle numerose tecnologie disponibili sia più adatta alle proprie coltivazioni. E non dimentichiamo che anche le produzioni biologiche e bio-dinamiche si avvalgono di fitofarmaci, alcuni dei quali - come nel caso del rame – sono più inquinanti dei corrispondenti prodotti chimici”, scrive Cattaneo.
Il presidente del Consorzio Mela Alto Adige, Georg Kössler, saluta con piacere la presa di posizione della senatrice italiana: “Negli ultimi tempi la coltivazione integrata è stata ripetutamente oggetto di critiche, laddove invece noi produciamo mele che sono non solo belle e buone ma anche sane. Siamo pertanto felici che la politica italiana riconosca il valore della coltivazione integrata e promuova un’agricoltura sempre più sostenibile”, afferma Kössler.
La mozione approvata dalla Camera dei deputati impegna il Governo a sostenere programmi di ricerca che favoriscono produzioni agroalimentari sempre più sostenibili.

L’articolo della senatrice Cattaneo, pubblicato dal quotidiano “Il Messaggero” l’8 marzo scorso, è visionabile qui

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